La pittrice Rosa del Forno si racconta in un’intervista
Intervista su Milano Post quotidiano di informazione e cultura a cura della giornalista e critico d'arte Caterina Majocchi
Incontriamo per una intervista la pittrice Rosa del Forno, che si sta facendo conoscere sempre di più nel panorama dell’arte contemporanea.
Hai da poco scelto di farti chiamare con lo pseudonimo Sofia Hale: perché questo nuovo nome?
Per segnare un nuovo capitolo nella mia carriera artistica. Questo cambiamento rappresenta la mia volontà di distinguere il mio percorso professionale nel campo dell’informatica dai miei progetti artistici, sottolineando l’appartenenza della mia arte al regno dell’immaginazione e della fantasia. Peraltro, mi è sempre piaciuto il nome Sofia, che significa sapienza e il cognome Hale, diffuso nel mondo anglosassone, il quale rimanda all’idea dell’essere in salute, desiderio sia mio, sia di ogni altro essere umano.
Quando nasce la tua passione per la pittura?
Ho sempre amato il disegno e nel 1993 mi sono iscritta al Circolo Culturale Pablo Neruda, dove sono stata seguita dal grande Maestro Giuliano Barbanti, purtroppo scomparso. Copiavamo dai calchi di gesso e andavamo per musei. Quando ho letto il celebre libro di Kandinsky Lo spirituale nell’arte, ho iniziato a fare nuove ricerche. In seguito, ho frequentato il corso Il ritratto dallo studio all’interpretazione presso l’Accademia Internazionale di Arte Moderna di Lecco, che mi ha insegnato molto e mi è valso un attestato con riconoscimento dal Consiglio della Presidenza di Roma per meriti artistici e scientifici. Dopo un lungo periodo di pausa durato ventidue anni, in cui mi sono dedicata alla mia attività lavorativa principale, ho deciso di partecipare a un concorso artistico, convinta che non sarei stata selezionata. Con mia grande sorpresa, non solo sono stata accettata, ma quel momento ha rappresentato una rinascita per me. Ho riscoperto la passione e la determinazione che avevo lasciato da parte, ritrovando la mia vera essenza. Da allora, ho ripreso con vigore la mia attività artistica, partecipando a mostre prestigiose a livello nazionale e internazionale, ottenendo premi e riconoscimenti importanti.
Che tecnica usi e quale è il tuo tema preferito?
Le mie opere spaziano dal disegno con grafite e carboncino alla pittura ad acquerello, acrilico e olio e all’inchiostro, ma prediligo l’acrilico perché lo trovo estremamente moderno e versatile per il genere di pittura che propongo. Spesso mi concentro sull’universo femminile, che considero l’anima nascosta del mondo, un’energia lunare, fluida, magnetica, emotiva. Tuttavia, la mia creatività non ha confini: qualsiasi cosa mi emozioni, una storia, una canzone, un libro o un film, può trasformarsi in uno dei miei quadri.
Ultimamente, ti sei avvicinata anche all’arte digitale. Raccontaci…
Oltre alla mia passione per la pittura classica, ho recentemente abbracciato l’arte digitale, un campo che mi affascina sempre di più grazie alle infinite possibilità creative che offre. Inoltre, grazie all’intelligenza artificiale, ho riscoperto la gioia di scrivere canzoni, un’attività che mi permette di esprimere le mie emozioni e riflessioni più profonde. La combinazione di queste diverse forme d’arte mi ha arricchito e mi ha permesso di creare progetti unici e coinvolgenti.
Hai partecipato a numerose iniziative. Quali sono state le più importanti per te?
Ho partecipato a molte mostre, sia in Italia che all’estero. Recentemente, una mia opera, Attraverso le Barricate, è stata esposta alla terza edizione della Biennale Internazionale di Mantova, presso il Museo Diocesano Francesco Gonzaga, una straordinaria opportunità per me. Inoltre, sono stata inclusa nel catalogo dell’Annuario Artisti 24, che è stato presentato alla Camera dei deputati il 13 maggio di quest’anno con la Fondazione Effetto Arte. Sono stata inoltre selezionata per il catalogo ufficiale dell’Istituto Nazionale di Cultura, curato dal noto critico e storico dell’arte Giorgio Gregorio Grasso, che ringrazio per il suo costante supporto e incoraggiamento, oltre che per questo ulteriore riconoscimento nel campo dell’arte e della cultura.
So che stai approfondendo le tue conoscenze nell’ambito dell’informatica…
Sì, sto frequentando un corso di Data Science, una sfida che spero di superare con successo. Il mio scopo è unire la ragione al sentimento, integrando le competenze scientifiche con la mia sensibilità artistica, in modo da realizzare opere ancora più significative. Questo percorso rappresenta un’opportunità per esplorare nuovi orizzonti e arricchire la mia pratica artistica con elementi di analisi e logica.
Ti chiederei di spiegare più in dettaglio il tuo approccio che integra arte e scienza
Adotto un approccio avanguardistico e sperimentale nella mia pratica artistica, esplorando lo studio dei colori e delle frequenze musicali da questi emesse. Il nesso tra sinestesia e sintografia è molto affascinante, soprattutto se consideriamo come entrambi i concetti riguardano la percezione e l’interpretazione sensoriale. La sinestesia è un fenomeno neurologico in cui la stimolazione di un senso o parte del corpo porta a esperienze involontarie in un altro senso o parte del corpo. Per esempio, alcune persone possono vedere colori specifici quando sentono certi suoni o leggono determinate parole. La sintografia, ovvero la generazione di immagini sintetiche da testi per mezzo dell’AI, è dal mio punto di vista una interpretazione sintetica tra diverse forme artistiche o comunicative. Può, ad esempio, riguardare la fusione di testo e immagine in un’opera che coinvolge più sensi.
Ad ogni modo, credo che l’arte debba avere un forte impatto emotivo sul pubblico, capace di evocare emozioni profonde e di stimolare riflessioni significative; spero che la mia arte sia capace di questo.
Grazie, Sofia Hale, e buona fortuna!
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